“Con la manipolazione fasciale già dalla prima seduta si hanno sensibili miglioramenti, a partire dalla riduzione del dolore. Con il solo uso delle mani, senza farmaci o apparecchiature mediche”. Marco Drudi, fisioterapista del poliambulatorio Nuova Medicina, spiega i vantaggi di un metodo terapeutico che sta riscuotendo sempre più consensi, un trattamento che va a stimolare zone del corpo a volte sottovalutate ma che se trattate da mani esperte restituiscono un benessere generale.
Drudi, in che cosa consiste precisamente la manipolazione fasciale?
“Si tratta di una tecnica manuale che si concentra sulla manipolazione mediante polpastrelli, nocche o gomiti della cosiddetta fascia, una membrana sottocutanea che si estende per tutto il corpo e che è responsabile della coordinazione dei movimenti. Una manipolazione che restituisce elasticità e scorrevolezza ai tessuti e quindi tonicità alla parte indolenzita. Non si agisce sull’articolazione ma sul tessuto connettivo che ne garantisce il funzionamento”.
Si prova dolore durante il trattamento?
“E’ una questione di percezione individuale. Naturalmente l’intensità dipende da una serie di fattori: quello soggettivo è la sopportazione al dolore ma vi sono aspetti oggettivi come la patologia da curare e i punti presi in considerazione. Ognuno di questi, singolarmente, ha bisogno di un trattamento tra i dieci secondi e i due minuti: il dolore è circoscritto in quella specifica zona ma il fisioterapista utilizza una serie di accorgimenti per renderlo sopportabile mentre, al contrario, il dolore derivante dalla patologia tenderà a scomparire in breve tempo”.
Precisamente, quanto tempo occorre per avere dei benefici?
“Già in poche sedute, a partire dalla prima, la manipolazione fasciale restituisce benessere e libertà di movimento al paziente, elimina il dolore e previene futuri e analoghi problemi. Nelle zone trattate può restare un lieve indolenzimento o fastidio per un massimo di circa 48 ore. Non occorre prendere medicinali: tutto si risolverà da solo”.
Con che frequenza bisogna sottoporsi alle sedute?
“In genere una alla settimana. Con due-tre trattamenti i risultati sono già importanti. Questo significa che in meno di un mese il problema è stato risolto o, almeno, alleviato”.
Per quali patologie è indicata la manipolazione fasciale?
“E’ consigliata per ogni tipo di dolore o disfunzione dell’apparato muscolare e scheletrico. In particolar modo è utile per cefalea, emicrania, nevralgie varie, cervicali, torcicollo, toracalgia, dolori intercostali, lombalgia, lombosciatalgia, scoliosi, glutalgia, conflitti sacroiliaci, pubalgia, coxalgia, dolori inguinali. Ma la serie è lunghissima e comprende anche distorsioni della caviglia, tendiniti achillee, gonalgia, sofferenze meniscali e legamentose, conflitti scapoli toracici e sternoclaverari, podalgia, fascite plantare, neuroma di Morton. Ed ancora: periatrite scapolo-omerale, tunnel carpale, morbo De Quervain, cisti tendinee, rizatrosi, malattia di Dupuytren, epicondilite, epitrocleite, borsite”.
Il trattamento può essere eseguito anche in caso di gravidanza?
“Sì, con particolari accortezze. La manipolazione fasciale invece è controindicata nel caso di febbre, immunodeficienza o carenze immunitarie ed è inefficace qualora il dolore sia causato da neoplasie”.
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Leggi l’articolo di Marco Drudi su “Mal di schiena e gonfiori in gravidanza”
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