Il professor Piero Barbanti è uno dei massimi esperti di mal di testa. Un autentico luminare che propone una terapia nuovissima che egli stesso non esita a definire “una svolta epocale per curare al meglio gli attacchi nei casi più complicati“. Cinquantasei anni, milanese, con una carriera da ‘predestinato’ (diplomato col massimo dei voti al liceo classico Flacco di Roma e laureato con lode in Medicina e chirurgia alla Sapienza), Barbanti è primario neurologo dell’Istituto San Raffaele di Roma, professore di Neurologia del dipartimento di scienze infermieristiche dell’università La Sapienza di Roma e prestigioso membro del team di Nuova Medicina.

Barbanti, autore di numerose pubblicazioni a carattere internazionale e volto noto delle trasmissioni televisive scientifiche dei principali canali pubblici e privati, propone una terapia per l’emicrania (“il dolore più atroce della specie umana paragonabile solo al dolore da parto“) che rappresenta una vera e propria rivoluzione per i pazienti. Si tratta di una iniezione sottocutanea da fare una volta al mese per alcuni mesi e che oltre a curare la fastidiosa patologia può anche prevenirla. Tecnicamente è una terapia a base di anticorpi monoclonali (detti anche “intelligenti”).

I vantaggi sono sensibili, a partire dai primi risultati: “E’ una sperimentazione clinica tutta italiana che ci riempie di orgoglio e di speranze. Possiamo dire che in questo campo noi siamo gli americani”, ripete spesso il professore. Non solo: chi soffre di cefalea cronica ogni giorno deve ingurgitare veri e propri cocktail di medicine e capita pure che ogni tanto qualche farmaco venga dimenticato con conseguente minor effetto della cura. Con la nuova terapia, invece, è tutto più semplice e più efficace.

Ma, come ha spiegato Barbanti nel corso dei suoi numerosi interventi, vi sono anche altre strade per combattere il mal di testa. La questione, principalmente, è la giusta diagnosi di uno dei 223 tipi di mal di testa censiti. “Se lo specialista sbaglia la cura per quel tipo di mal di testa, il paziente resta convinto che il proprio sia incurabile“. In particolare Barbanti mette in guardia contro gli esami radiologici: “Sono solo spese inutili”. Serve piuttosto un approfondito esame neurologico accompagnato dalla misurazione della pressione e dall’analisi della storia familiare del paziente (l’ereditarietà infatti gioca un ruolo primario). Ci sono da sfatare anche alcuni luoghi comuni: l’artrosi cervicale, la sinusite, i problemi digestivi, quelli ormonali e di masticazione molto spesso vengono considerate cause del mal di testa, invece rientrano tra le diagnosi sbagliate.

Anche gli analgesici non specifici come quelli da banco possono essere efficaci e vanno presi ai primi sintomi: “E’ un po’ come aprire l’ombrello alle prime gocce di pioggia, prima che si scateni la tempesta”, spiega il professore con una metafora. Tra i medicinali specifici vi sono i triplani: a differenza degli antinfiammatori, bloccano il dolore ma anche la nausea e il vomito, sintomi che non di rado si accompagnano alla cefalea. Infine c’è la neurostimolazione, una pratica non farmacologica, non pericolosa e non invasiva. In pratica è un cerchietto da mettere in testa tutte le sere, per 20 minuti. Uno strumento apparentemente semplice che riduce gli attacchi ma che deve essere prescritto dal neurologo.

Il mal di testa, dunque, si può curare (a patto di farlo correttamente), migliorando la qualità della vita e dando un deciso contributo al benessere sociale: è la malattia più diffusa al mondo e i costi, fra giornate lavorative perse e spese mediche, sono esorbitanti (poco meno di 6mila euro all’anno a persona). Assieme al mal di testa, il professor Barbanti tratta a livello neurologico anche l’insonnia e i disturbi del sonno e, anche nelle sue frequenti apparizioni sul piccolo schermo, dispensa consigli sulla dieta che fa ringiovanire (o, almeno, aiuta ad evitare l’invecchiamento precoce) il cervello prevenendo l’Alzheimer ed altre malattie neurodegenerative. Il regime alimentare, chiarisce il professore, è fondamentale per il cervello e la dieta mediterranea si rivela ottimale. In particolare il vino rosso (a causa degli straordinari effetti di una sostanza chiamata polifenolo) non deve essere criminalizzato: a meno che il soggetto in questione non possa assolutamente assumere alcolici, una modica quantità al giorno è assolutamente salutare. Così come l’olio extravergine di oliva funziona da vero e proprio doping per il cervello. Via libera, sempre con i dovuti accorgimenti caso per caso, anche a latte e formaggi, ricchi di vitamina D.